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Università Liedia de Bulsan

CC Social Work, Pedagogy and Policy Press releases

Invecchiare in Alto Adige. Presentato il rapporto

Oggi in unibz è stato presentato uno studio sulle problematiche legate all’assistenza agli anziani non autosufficienti in provincia di Bolzano.

Nei prossimi anni, come potrà la società altoatesina affrontare l’esplosione dei costi legati all’assistenza alle persone nella terza età? Il rapporto si concentra sul finanziamento dell’assistenza- nelle sue diverse forme- e sottolinea che una solida base finanziaria sarà la conditio sine qua non per la sua sostenibilità.

L’assistenza alle persone nella terza età è una sfida cruciale che, nei prossimi decenni, anche in Alto Adige diventerà più ineludibile a causa dei cambiamenti demografici e delle trasformazioni delle strutture sociali e familiari. Entro il 2035, si prevede infatti che in provincia di Bolzano il bisogno di cure e assistenza per gli anziani aumenterà del 35%. È quanto emerge da una ricerca frutto della collaborazione tra Libera Università di Bolzano e Università di Innsbruck e presentata questa mattina nel campus di Bolzano centro. Una équipe interdisciplinare composta da economisti, sociologi e statistici ha quantificato le sfide finanziarie nel settore dell’assistenza e ha preso in considerazione potenziali ipotesi di intervento che hanno lo scopo di rendere sostenibile a lungo termine l’assistenza alle persone nella terza età.

Lo studio “Invecchiare in Alto Adige. Elementi per garantire la sostenibilità delle cure a lungo termine” si è basato su interviste condotte tra i familiari impegnati nel lavoro di cura, su informazioni provenienti dalle istituzioni, sulla collaborazione con i dipartimenti sociali e sanitari della Provincia Autonoma di Bolzano e sulla letteratura scientifica. Del team di accademici incaricato di svolgere lo studio hanno fatto parte sia economisti che esperte di lavoro sociale: i proff. prof. Alex Weissensteiner (unibz) e Gottfried Tappeiner (Università di Innsbruck), le prof.sse Ulrike Loch (Centro di Competenza per Lavoro sociale e Politiche sociali unibz) e Giulia Cavrini, la ricercatrice Federica Viganò, curatrice del report, le ricercatrici Elisa Cisotto e Nadia Paone. L’équipe di ricerca ha condotto un’analisi economica del settore dell’assistenza, soppesandone le sfide attuali e future. “Un’assistenza dignitosa richiede persone amorevoli e qualificate. Il denaro non è la priorità assoluta, perché da solo non fornisce assistenza, ma senza risorse economiche non è possibile garantire quest’ultima. La parte principale della nostra ricerca si concentra su come raccogliere i fondi necessari nel modo più 'equo' possibile”, spiega il prof. Gottfried Tappeiner.

“Come università, riteniamo necessario parlare dell’invecchiamento e del conseguente aumento del bisogno di assistenza e supporto e fornire un contributo scientifico”, sottolinea il prof. Alex Weissensteiner. „Dobbiamo iniziare oggi a sviluppare strategie che permettano di garantire in modo sostenibile un’assistenza di qualità in Alto Adige”, aggiunge Weissensteiner.

“Il presente lavoro non costituisce il punto finale della discussione scientifica in materia di cura e assistenza in Alto Adige, ma tutt’al più un passaggio intermedio. Quali modelli possano essere interessanti per il nostro territorio, come si inseriscano in una “filosofia di cura in Alto Adige” e quale sia il loro grado di accettazione nella popolazione altoatesina sono quesiti ancora aperti da esaminare sistematicamente a livello scientifico”, puntualizza Federica Viganò.

Alla presentazione dello Studio hanno partecipato anche il presidente Arno Kompatscher e l’assessora alla Coesione sociale, Rosmarie Pamer. “La preparazione di uno studio che analizzi gli scenari per il futuro finanziamento del settore dell’assistenza e della cura era stato avviato già durante la scorsa legislatura” ha spiegato il presidente Kompatscher. “Alla luce del numero sempre crescente di persone bisognose di assistenza, si è ritenuto necessario individuare nuovi modelli di finanziamento per il settore dell’assistenza. Sulla base dei risultati ora disponibili, potremo discutere di modelli specifici, come l’assicurazione integrativa per l’assistenza”. Per l’assessora provinciale Pamer si tratta ora di discutere e intraprendere un percorso lungimirante: “Ognuno di noi vuole invecchiare in modo dignitoso, adeguato e autonomo e ciò sarà possibile in futuro anche attraverso l’ulteriore sviluppo dell’offerta di cura e di assistenza.” Kompatscher e Pamer hanno ringraziato l’università per aver svolto un lavoro scientifico così completo anche grazie al supporto della Provincia.

I dati sull’assistenza e i modelli di intervento

Lo studio “Invecchiare in Alto Adige” ha l’obiettivo di quantificare la sfida finanziaria nel settore dell’assistenza e considerare strumenti di potenziale soluzione. Svolto nell’arco di due anni (2021-2023), prende in considerazione un orizzonte temporale che arriva fino al 2035. Considerando anche solo lo sviluppo demografico, fino al 2035 il numero di persone non autosufficienti in Alto Adige aumenterà presumibilmente di 5700 persone, ovvero del 35%. Questo sviluppo demografico porta con sé diverse criticità. In base al criterio attuale di cura e assistenza a domicilio e in una residenza per anziani, nel 2035 occorrerebbero ulteriori 1700 posti letto (pari a 115 posti all’anno). È quindi importante sviluppare offerte di cura e assistenza innovative per fare in modo che questa domanda di posti letto in residenze per anziani diminuisca notevolmente. Anche la quantità di persone addette alle cure dovrebbe aumentare in misura almeno proporzionale a questa percentuale (35%). Per la cura professionale ciò significa che quest’anno, oltre alla rotazione di personale legata all’età, occorre trovare altre 120 collaboratrici e collaboratori addette/i alla cura delle persone non autosufficienti.

Attualmente le risorse impiegate per la cura delle persone anziane (non sono state prese in considerazione tutte le altre persone non autosufficienti) sono pari a 750 milioni di euro, cifra che rappresenta un multiplo della spesa per l’assegno di cura. La demografia e il prevedibile incremento dei salari reali portano questo importo a 1 miliardo e 152 milioni di euro, aumentandolo di 402 milioni di euro. Di fatto non tutto l’incremento può essere sostenuto dalla mano pubblica, ma è questo l’ammontare che la società altoatesina deve attendersi. Questa somma totale rappresenta complessivamente un importo che difficilmente può essere coperto con il bilancio provinciale o con il budget di bilancio delle famiglie. Per gestirlo occorre una strategia composita. Appare evidente che i posti letto in struttura – con un costo di circa 65.000 euro per posto letto – costituiscono di gran lunga la forma più costosa di cura. Ciò significa che si possono impiegare notevoli risorse finanziarie per organizzare forme di cura alternative in grado di ritardare un’assistenza in struttura e realizzare al contempo una cura di qualità elevata a un costo più vantaggioso.

Tenuto conto delle somme che si profilano, occorre avviare un discorso politico circa la modalità di suddivisione degli oneri tra la mano pubblica e le famiglie, ma anche tra le famiglie con diverse possibilità economiche. Questa discussione va introdotta tempestivamente basandosi sui fatti, prima che la dinamica dei costi prenda il sopravvento e costringa a riparare verso soluzioni d’emergenza difficili a livello di politica sociale e sanitaria. Nella parte conclusiva dello studio sono illustrati alcuni esempi di intervento, applicati in tre Paesi – Danimarca, Paesi Bassi e Austria –, che potrebbero fornire un modello per la creazione di un sistema dinamico e avanzato di assistenza agli anziani in Alto Adige.

Lo studio “Invecchiare in Alto Adige” è scaricabile da questo link: https://bit.ly/Invecchiare_in_Alto_Adige

(zil)