“Il mio lavoro a Bolzano, tra dimensione locale e internazionale”
Nicola Forti, come è avvenuto il Suo ingresso nel mondo del lavoro?
Una volta laureato, anche grazie alla scelta del percorso specialistico per commercialisti, sono stato accolto come praticante dallo studio associato HROP, che si occupa di questioni sia fiscali che legali. Adesso ho terminato i 18 mesi di pratica e presto dovrò sostenere l’esame da commercialista. Ho goduto subito dell’opportunità di mettere a frutto le competenze acquisite durante gli studi. Mi occupo di consulenza aziendale in materia di operazioni straordinarie, oltre alla redazioni di bilanci e all'attività di revisione aziendale. Il passaggio dall’università al mondo del lavoro è stato velocissimo. Non potevo chiedere di meglio.
Lei è lombardo. Perché ha deciso di rimanere in Alto Adige dopo la laurea magistrale nonostante anche il Suo territorio di provenienza, uno dei motori economici d’Italia, offra prospettive a un economista con una solida preparazione?
Dopo essermi laureato nella triennale di Economia e Management, ho scelto di frequentare la nuova magistrale. Un ruolo non trascurabile in questo processo decisionale, l’ha giocato il prof. Massimiliano Bonacchi che mi ha sempre aiutato fornendomi un prezioso orientamento, non solo durante gli studi ma anche quando avevo terminato. Ancora oggi siamo in contatto. Poi, ormai sono di casa a Bolzano. Certo, rimangono fattori critici che giocano nella scelta di molti miei ex-compagni: il costo della vita e delle case qui in città è molto alto rispetto ad altrove ma, parlo per me, ho davanti a me prospettive di crescita che ripagano certamente qualche sacrificio iniziale.
Un punto forte della magistrale in Accounting e Finanza è certamente l’opportunità, per chi vanta le migliori performance nello studio, di accedere a borse di studio per frequentare uno dei due anni nelle università partner a New York. Lei aveva preso in considerazione questa opzione?
Inizialmente sì. Indubbiamente è un’esperienza che chiunque vorrebbe fare. Io ho pensato però che avrei voluto provare a costruire le prime relazioni professionali qui in regione. Anche stando qui, non sento la mancanza di una dimensione internazionale. Lavoriamo con i paesi di lingua tedesca, con le filiali di imprese svizzere, austriache e tedesche. Si tratta di sfide molto stimolanti sul piano professionale e mi permettono di mettere a frutto anche gli skills linguistici acquisiti in unibz. Anche a medio-lungo termine, vedo il mio futuro legato all’Alto Adige.
Immagine: Klaus Peterlin.
(zil)