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Libera Università di Bolzano

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“Disabilità e discriminazione. Il lavoro è la sensibilizzazione”

Silvia Dell’Anna, anzitutto, cosa significa il termine “abilismo”?.

Con questa definizione, di introduzione abbastanza recente in Italia, indichiamo una forma sistematica di oppressione ai danni delle persone con disabilità, che si manifesta attraverso molteplici comportamenti, come ad esempio la ridicolizzazione, l’infantilizzazione, la marginalizzazione, o la negazione di un posto di lavoro perché si considera la persona con disabilità non all’altezza di determinati compiti.

Quali sono i temi al centro del convegno organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione?

Il convegno affronterà l’intreccio tra abilismo e altri fenomeni discriminatori: classismo, sessismo e razzismo. Molto spesso, assistiamo che nello spazio e nella vita scolastica, gli atteggiamenti discriminatori si manifestano in vari modi: attraverso stereotipi, pregiudizi, microaggressioni ma anche per mezzo di una discriminazione istituzionale (anche se a volte inconsapevole).

Cosa bisogna fare?

È importante a questo proposito effettuare un lavoro di prevenzione, di formazione e sensibilizzazione. Nel corso del convegno porteremo all’attenzione dei partecipanti le diverse tipologie di discriminazione, con particolare attenzione al tema dell’abilismo e presenteremo i molteplici modi in cui le discriminazioni possono manifestarsi nelle scuole. Nella giornata di sabato si svolgeranno una serie di workshop paralleli che coinvolgeranno i partecipanti in attività di laboratorio e discussioni, per favorire una più ampia comprensione del tema e collegare le riflessioni teoriche ad esperienze concrete.

Quanto è presente l’abilismo nelle scuole?

Abbiamo svolto una ricerca sia tra le persone con disabilità, per capire il loro punto di vista, sia a scuola, con gli insegnanti. Nello specifico il gruppo di ricerca assieme agli “esperti con disabilità” ha elaborato uno strumento/scala per misurare l’abilismo; tale strumento di misurazione è stato costruito tenendo conto di situazioni di vita concreta ed esempi di discriminazione basati sul vissuto quotidiano. Lo strumento è stato somministrato ad un campione rappresentativo di adulti e a un campione di insegnanti.

Cosa è emerso?

Da entrambe le ricerche, un quadro piuttosto ambivalente. Nonostante la maggioranza non mostri atteggiamenti apertamente discriminatori, si rileva, tuttavia, una piccola percentuale di persone a rischio di manifestarli. Questi risultati saranno oggetto di analisi e approfondimento nel corso del convegno. Lo scopo dell’evento sarà, appunto, approfondire certe dinamiche che sono emerse dall’indagine al fine di delineare un quadro più articolato e complesso del fenomeno.

 (zil)